Il Pensiero positivo dei Monaci Shaolin

Per capire il pensiero positivo dei monaci Shaolin dobbiamo fare un bel salto indietro nel tempo, fino alle loro origini. La storia dei monaci Shaolin si lega alla fondazione del Monastero della Giovane Foresta, edificato nel 477 d.C. come centro di accoglienza per i monaci indiani che erano giunti in Cina per aiutare gli studiosi a tradurre i preziosi testi sanscriti. Fra di loro vi era la figura più importante della cultura Shaolin, il monaco Bodhidarma fondatore della setta Zen.

Bodhidarma arrivo in Cina su una frasca di bambù attraversando il fiume Giallo, così vuole la leggenda e andò ad abitare in una caverna isolata dove rimase per nove anni in contemplazione davanti ad una grande pietra. Tanto tempo trascorso nella caverna fece sì che sulla pietra davanti alla quale meditava rimase incisa la sua figura.

Per compensare i danni fisici dell’immobilità della meditazione i monaci cominciarono a sviluppare una particolare forma di ginnastica, appresa dai movimenti degli animali. Lo scopo era rilassare i muscoli e, osservando la natura e gli animali che vivevano nel tempio, i monaci Shaolin impararono a strisciare come i serpenti, a saltare come le scimmie a danzare come le mantidi. Ben presto la ginnastica divenne una forma di autodifesa dalle incursioni dei predatori, perché il monastero si trovava in una zona molto isolata ed era facile bersaglio dei ladri e delle persone che voleva depredarlo.

Ecco che il buddismo Zen e le arti marziali Shaolin nacquero assieme e possono essere lette come le due facce della stessa medaglia, come due modi completamenti diversi per raggiungere lo stesso scopo, ovvero il pensiero positivo e la pace interiore.

Secondo la filosofia Shaolin, la concentrazione spirituale non può dividersi dalla forza fisica e questa unione offre profonda armonia fra corpo e mente.

Ecco quindi da dove nasce il pensiero positivo dei monaci Shaolin, dalle ancestrali origini del suo tempio e della filosofia che unisce la meditazione alle arti marziali, legandola fortemente all’osservazione della natura e dei suoi cicli vitali.

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